implantologia computer guidata

Ultimamente capita sempre più spesso di trovare l’argomento implantologia associato a sistemi computerizzati di chirurgia guidata. E’ utile quindi fare chiarezza su questa metodica e sul suo stato dell’arte analizzando anche pro e contro di tale tecnica.

Per chirurgia guidata si intende un intervento di implantologia programmato, basandosi in quasi tutti i sistemi software, partendo da una denta-scan del paziente dove vengono studiati i rapporti interdentali e soprattutto le disponibilità di tessuto osseo per poi procedere alla realizzazione di mascherine chirurgiche chiamate dime che guideranno il chirurgo nel posizionamento e nell’inclinazione da dare agli impianti. Molto spesso questo tipo di chirurgia viene effettuata senza necessità di lembi e quindi di successive suture. Alcuni sistemi già sono in grado di consegnare il manufatto protesico ( il dente per intenderci) insieme alla dima così da rendere possibile anche un carico immediato.

Analizzando i vantaggi di tale tecnica balza sicuramente all’occhio anche dei non addetti ai lavori come sia possibile attraverso la chirurgia guidata avere un approccio decisamente poco invasivo e supportato dall’utilizzo di una tac (denta-scan) per collocare in maniera assolutamente precisa l’impianto sia come posizione che come inclinazione favorendo anche il successivo lavoro di protesi.

Personalmente però ritengo questa tecnica utilizzabile solo in casi con grande disponibilità di tessuto osseo e dove ci sia da inserire un limitato numero di impianti in quanto laddove vengono a mancare più elementi dentari è molto frequente trovare quantità di osso residuo non abbondanti per cui molto ma molto spesso è necessario procedere ad una contestuale ricostruzione ossea non tanto per ottenere stabilità primaria quanto per evitare deiscenze ossee intorno alla fixture. Così come risulta complesso gestire tutti i casi in cui capita di associare un impianto ad una rigenerazione ossea per cui il paziente dovrà essere sottoposto a due interventi. Inoltre nonostante quello che emerga da una presentazione commerciale della tecnica, nessuna tac in 3D o 300 D potrà mai sostituire la valutazione e l’esperienza del chirurgo nel valutare la qualità dell’osso che si sta trattando in sede intraoperatoria e conseguentemente la facoltà di gestire l’intervento o cambiare il tipo di impianto. Inoltre concettualmente mi risulta molto difficoltoso gestire una fase chirurgica senza osservare de visu il campo operatorio fidandomi esclusivamente di un reperto radiologico per quanto sofisticato. Infatti se riflettiamo tutti i sistemi endoscopici, sebbene poco o per nulla invasivi, comunque hanno una telecamera per una visione diretta del sito operatorio non svolgendo mai un intervento alla “cieca”. La ricerca spasmodica di sistemi semplificati mi sembra più mirata ad un approccio commerciale della professione aprendo le porte della chirurgia anche a coloro che magari risultano più timidi verso questa branca dell’odontoiatria. Con questo non voglio bocciare totalmente la chirurgia computer guidata ma mi sfugge quale sia il ruolo del chirurgo in questo tipo di tecnica dove il piano di trattamento e le scelte terapeutiche sono effettuate sostanzialmente dalla lettura di una denta-scan da parte di un software, dubbi che recentemente in maniera seppur velata sono emersi nel congresso di Venezia 2013 dell’ ITI ( International Team Implantology).

Infatti se l’innovazione è la dima prechirurgica faccio presente che è utilizzata in campo implantologico ormai da anni come gold standard, realizzata attraverso l’impronta del paziente e preparata dal nostro laboratorio di fiducia. Quindi mi chiedo…… Dove è la novità? Quale sarebbe la rivoluzione copernicana?……. A pensar male mi balza agli occhi come ogni sistema sia appoggiato ad una casa produttrice di impianti anche se poi la maggior parte dei sistemi sono aperti quindi consentono di lavorare su più piattaforme implantari.

dima prechirurgica

dima prechirurgica

Progettazione di una dima computer guidata

Progettazione di una dima computer guidata

Vorrei comunque puntualizzare che questa è solo una riflessione del tutto personale scaturita da un percorso formativo ed una esperienza clinica di molti anni e che non ha nessuna pretesa assolutistica ne di chiusura eccessiva ad eventuali novità in questo campo.